LA CATALOGNA DICE “STOP!” ALLA CORRIDA

La proposta di legge è passata il 28 luglio 2010 con 68 voti a favore su 132

La corrida, o come dicono gli spagnoli corrida de toros (corsa di tori), era ed è ancora oggi uno spettacolo molto diffuso. Nell'antichità era praticata da Romani, Greci ed Etruschi mentre ai nostri giorni è ancora in voga soprattutto nella Penisola Iberica e nell'America Latina. Definita dagli spagnoli anche tauromachia, consta in combattimenti tra bovini, ma anche di uomini contro bovini (solitamente questo tipo di corride sono le più acclamate dagli spettatori).

Interessante è capire cosa avviene dopo la fine dell'evento. Se il torero si è comportato bene può “vincere” un orecchio, entrambe le orecchie o, addirittura, entrambe le orecchie e la coda del toro. Vincere anche la coda è il massimo riconoscimento per il torero. Ma cosa può “vincere” un toro? Se ha combattuto in modo onorevole il suo corpo esanime verrà portato fuori dall'arena lentamente, applaudito dagli spettatori. Se, inoltre, si è difeso egregiamente al suo corpo viene fatto fare un giro d'onore all'interno dell'arena. Il massimo a cui può aspirare un toro che ha combattuto è che gli venga risparmiata la vita (indulto): ciò accade solamente quando il toro è ritenuto eccezionale, straordinario. Diverrà un riproduttore per far sì che le generazioni successive di tori siano migliori.

Anche in quest'ultimo caso, il toro non se la passa di certo bene. I primi tre/quattro giorni dopo la corrida sono i più critici. Solitamente il toro ha ferite piuttosto gravi provocate dai puyazos (colpi) che danneggiano i polmoni e la pleura.

Nel 1991 la Giunta Regionale delle Isole Canarie vietò la corrida. Ma è del 28 luglio 2010 la notizia più importante riguardante questi spettacoli. La Catalogna, una delle regioni spagnole più avanzate economicamente, ha votato favorevolmente alla proposta di legge che prevede di abolire le corride, nata per iniziativa popolare della piattaforma animalista PROU! («Basta!»).

«Ghandi disse che l'evoluzione di una nazione si può misurare osservando come in essa vengono trattati gli animali» I firmatari di questa Iniziativa legislativa popolare (ILP) concordano pienamente con quest'asserzione. Non vogliamo che ci si veda come barbari e selvaggi, persone che conservano tradizioni ancestrali che si fondano sull'infliggere dolore e morte a un pacifico erbivoro»: ecco uno dei principi cardine che muove l'iniziativa di PROU.

I risultati della votazione sono i seguenti: 68 voti a favore, 55 voti contrari e nove astenuti. Bisogna sottolineare che la regione, comn 68 voti a favore su 132 prendente Barcellona, non è famosa per le corride: l'unica arena ancora in uso in Catalogna è quella presente nel capoluogo, in Plaza de Toros Monumental. Il divieto entrerà però in vigore soltanto nel gennaio 2012.

La decisione presa, sfavorevole agli amanti della corrida (taurinos), porta la Catalogna ad essere la seconda regione spagnola ad abolire questi spettacoli. Il premier socialista catalano José Montilla ha affermato: «Ho votato contro l'abolizione perché credo nella libertà e avrei preferito che il proseguimento o meno delle corride fosse deciso tranquillamente dai costumi sociali dei Catalani».

Nonostante questa decisione, il Partido Popular, favorevole alla corrida, ha annunciato che proporrà al Parlamento madrileno un'iniziativa per farla decretare «festa di interesse culturale generale» e, in questo modo, salvarla impedendo che le singole regioni possano vietare lo spettacolo. È da tenere in considerazione che questa decisione è ristretta ad una singola regione spagnola. Non è assolutamente scontato che anche le altre regioni, o addirittura tutta la Spagna, seguano l'esempio catalano: infatti, sia la regione di Madrid sia quella di Siviglia, le più importanti dal punto di vista della tradizione della tauromachia, sembrano non essere d'accordo con la decisione presa dalla Giunta Regionale della Catalogna.

 

Nicolò Marcolongo

(nicolo.marcolongo@universi.it)