Come si defraudano tanti randagetti
Leggere e meditare
L'epilogo della storia è di poco prima di Natale 2009. Questi i fatti. Siamo alla fine degli anni Novanta, quando vengo contattato dalla signora R. G., che abita in Emilia e che raccoglie cani e gatti nella sua grande villa; sola, senza figli e parenti prossimi, mi chiede come destinare i suoi molti immobili agli animali. Ne segue una cena a casa mia, a Padova, con i più stretti collaboratori della Fondazione Fasan, uno scambio epistolare e, da ultimo, un bel testamento, redatto, con tutti i crismi, con atto pubblico presso un notaio.
Bene, direte voi, i randagetti sono a posto. E invece no!
Passano gli anni, la signora invecchia raccogliendo sempre più animali, ma, poco prima di Natale 2009, si ammala e… spuntano tre lontanissimi cugini, avvisati all'uopo dalla servitù, connivente. Approfittando di un momento di debolezza e confusione di R. G. (e qui non pensate «A me non succederà mai», chissà cosa ci faranno prendere in quel momento e che cosa ci passerà per la testa), le fanno redigere un secondo testamento olografo in loro favore. R. G. muore poco dopo e tutto il suo ingente patrimonio prende strada diversa da quella degli animali, nel frattempo TUTTI spariti dalla grande villa. Noi ci siamo attivati subito, a prescindere dal fatto che eravamo stati "diseredati", ma non abbiamo potuto far altro che constatarne l'assenza. Non oso pensare a che fine abbiano fatto… Qual è la morale? A questo punto, forse è meglio che chi desidera garantire, ai propri animali, o a quelli che noi salviamo, un futuro felice rediga atto di donazione a favore della Fondazione Fasan degli immobili che si intendono lasciare, tenendo per sé l'usufrutto e faccia testamento solo per beni mobili (ad esempio per conti correnti bancari o postali, azioni, obbligazioni, BOT ecc…). In questo modo, si otterrà un duplice scopo: quello di assicurare sia i randagetti, sia le persone generose che a loro pensano con affetto.