Lettera di Raffaella Desposito, Ventimiglia
Gentilissimi,
ancora una volta siete riusciti a rinfocolare in me il disprezzo per il genere umano e l'empatia per l'essere animale , poiché con il termine bestia si intende, in genere, un siglificato discutibile.
Nuovamente, grazie per il coraggio che vi contraddistingue, avete pubblicato resoconti agghiaccianti, resoconti di crudeltà insensata, intollerabile e, come di consueto, ne sono uscita straziata, muta e livida.
Confesso di stupirmi della varietà con cui si procede alla barbarie della corrida, in ogni sua forma, ovunque; di restare sempre inebetita di fronte alla violenza isterica, cattiva e ostinatamente prolissa di una massa di persone incapaci di qualunque pietà, privi della più elementare ombra di umanità.
Ho deciso di scrivervi, oggi, perché solo il pensiero che ci sia qualcosa in grado di separarci da tale abbruttimento e di comportarci, ogni giorno, con dedizione, pazienza e amore nei confronti degli animali , come voi fate, mi solleva dalla disperazione. Grazie, dal profondo del mio cuore, perché non mi sento sola ed inutile di fronte a questo imperante egoismo e disprezzo dei più deboli.
Solo un animo arido, ignorante ed ottuso, può non accorgersi della gioia, del benessere che ci dà uno sguardo, una carezza, un fremito di vibrisse, la percezione dell'abbandono totale e fiducioso di un animale tra le nostre braccia. Mi è capitato spesso di accogliere randagi, occuparmi di trovar loro una famiglia e, non di rado, tenerli con me in convalescenza dopo qualche brutta esperienza: la gratitudine è un dono che non ha prezzo. Con mio marito e me, adesso, vivono tre gatti di 10, 4 e 3 anni: Alice, Gomez e Kalli.
Quest'ultimo è completamente cieco a causa di una perforazione delle cornee di natura infettiva; era un cucciolo moribondo a cui abbiamo prodigato cure (qualche veterinario è davvero ladro!) e pazienza. Nel giro di un mese cominciò a esplorare la casa e, grazie all'aiuto di Gomez, a "misurare" gli ostacoli, iniziando a giocare con insperata vitalità. Oggi è sicuro di sé, come chiunque altro, immensamente affettuoso e totalemente indipendente, tanto che chi lo vede non deduce la sua cecità se non dagli occhietti vuoti.
Purtroppo non scorgo in chi è più giovane di me o nei bambini una più profonda coscienza animalista che farebbe sperare in meglio per il futuro, per cui reputo vitale la vostra attività di denuncia oltre a tutto il resto.
Con infinita stima,
I simpatici mici della nostra sostenitrice. |